martedì 17 luglio 2012

Il respiro quadrato - la tecnica

Si chiama respirazione quadrata e un motivo c’è.


Postura: la prima cosa è trovarne una che permetta di sentire la colonna vertebrale correttamente, ma comodamente, distesa e allineata
Mollare le tensioni alla mascella, agli occhi, al volto, che, oltre ad accomunare la nostra espressione a quella di un fico rinsecchito, bloccano la sensazione della gola aperta e inchiodano la percezione del respiro. 
Allargare la lingua in bocca.

Prima di iniziare: a me piace immaginare bene il quadrato, davanti a me, ne percorro il perimetro con gli occhi della mente.
Quattro fasi del respiro (inspiro – trattengo a polmoni pieni – espiro – trattengo a polmoni vuoti), una per ciascun lato del mio quadrato immaginato.
Che, essendo quadrato, guarda un po' ha quattro lati e quattro angoli, uguali tra loro.
Ciascuna fase del respiro ha quindi la stessa durata delle altre.

Inizio: svuoto i polmoni. Il punto zero è sempre a polmoni vuoti e, da lì, posso cominciare.

Il ritmo: conto i battiti del cuore
- Inspiro per sette battiti (ad esempio, eh!), 
- trattengo per altri sette, 
- espiro sempre per la durata di sette battiti, 
- trattengo a vuoto per sette....
Al primo quadrato i battiti del cuore non sono regolari nelle diverse fasi; rallentano in espirazione, accelerano nei trattenimenti. 
Al secondo giro sul mio quadrato, il cuore si è già adattato, il ritmo è regolare, pacifico.
Ma si possono contare i tempi anche senza contare i battiti, basta un conto mentale per assicurarsi che i lati del quadrato siano in sintonia. Tra l’altro la durata dei tempi, quando tutto è quieto, si allunga, è come se i quadrati di respiro diventassero più grandi
Come se il respiro creasse spazio...e ci si accorge che il respiro esiste già, da sempre, è lì e accade e non serve altro.  
Sboccia l'autocontrollo, come un fiore, contraddizione in termini eppure così vero!
Il segreto, è il ritmo.

E' semplice, è la sensazione di poterlo continuare all’infinito, senza stanchezza: infatti il primo accenno di fatica significa che il ritmo non è più comodo, allora si lascia immediatamente che il respiro si accomodi meglio, naturalmente, come vuole. 
Si può invertire il verso in cui si percorre il quadrato ad ogni ciclo, alternando cicli in senso orario a cicli in senso antiorario; questo richiede attenzione e ci si distrae meno facilmente.

A cosa serve il respiro quadrato?
Calma l'ansia, porta equilibrio e centratura: QUI una piccola storia personale.
Per alcune persone il trattenimento a polmoni vuoti in particolare risulta sgradevole. Come fare, allora?
Beh, c'è un'altra facilissima tecnica di respirazione che viene in soccorso di tutti, ma proprio tutti tutti!
...a presto!


* purtroppo non posso risalire all'autore/autrice dell'immagine, me ne scuso.

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